Cerca nel sito  OK
 
Bari 22 dicembre 2024
   
   
 
 
COMITATO PARI OPPORTUNITA'
 
 
 
COMITATO PARI OPPORTUNITA'  > News > 27/09/2022 - Primo incontro dal titolo "Violenza in (NO) Mediazione"
 

27/09/2022 - Primo incontro dal titolo "Violenza in (NO) Mediazione"
 
 
 
VIOLENZA IN (NO) MEDIAZIONE
Il 26 settembre 2022 nella Biblioteca del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Bari si è svolto il primo di un ciclo di 5 incontri sul tema della violenza – in tutte le sue forme – e sulla tutela dei soggetti fragili.
L’evento dal titolo: “Violenza in (no) Mediazione” è stato organizzato dalla Associazione “La Forza delle Donne” e dalla Associazione “Futuro@Forense” con il patrocinio del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Bari e del Comitato per le Pari Opportunità del Foro di Bari.
Locandina pdf
Dopo i saluti istituzionali da parte della Presidente del CPO avvocata Giovanna Brunetti - la quale ha portato i saluti anche della Presidente del COA di Bari avvocata Serena Triggiani - ed i saluti dei rappresentanti delle associazioni organizzatrici ovvero avv. Krizia Colaianni quale Presidente della Associazione La Forza delle Donne e dell’avv. Eugenia Acquafredda, tesoriere della Associazione Futuro@Forense nonché componente del CPO del Foro di Bari, si è entrati subito nel vivo delle relazioni che hanno avuto tutte un filo conduttore comune: l’attenzione verso i soggetti fragili e la necessità da parte di chi opera nel settore di avere una specifica preparazione e competenza, specie quando ci si trova di fronte ad un contesto di conflitto familiare e, a volte, purtroppo, di violenza agita su soggetti fragili che non sono solo o soltanto le donne, ma anche in certi casi i minori.
La prima relazione, infatti, è stata affidata al prof. Antonio Sabbatella, Presidente del Centro Studi Europei Alcide De Gasperi, un istituto apolitico che ha aperto un focus sul fenomeno del bullismo giovanile, sul contrasto alle differenze di genere e sul femminicidio, partendo dal presupposto che l’ambiente scolastico, dopo quello familiare, è il primo ambito, il primo nucleo in cui si sviluppa la personalità umana ed in cui magari questi fenomeni trovano terreno fertile per germogliare in un futuro non troppo lontano.
Ed infatti il minore di età è un soggetto intrinsecamente debole e ha, quindi, bisogno di associarsi, di unirsi e di aggregarsi ad altri coetanei (altrettanto soggetti deboli) per creare un gruppo che, di fatto, oggi non comunica più per il tramite della parola, bensì per il tramite dei cellulari e per il tramite di internet e, pertanto, questi strumenti che, apparentemente, mettono in contatto persone anche molto distanti tra loro, di fatto, non permettono alle stesse di socializzare e di confrontarsi rendendole, pertanto, ancora più deboli di quanto non lo siano già.
Gli episodi di violenza che sfociano, purtroppo, in alcuni casi, in femminicidi, dunque, presentano sempre degli elementi indicatori prima e nel passato del soggetto agente tanto che, in certi casi, il femminicidio scaturisce al culmine di una lite per futili motivi, ma che si aggiungono ad episodi certamente precedenti di conflitto il cui disagio è tanto e tale da portare, in certi casi, a gesti estremi.
Ben vengano, dunque, associazioni come la Forza delle Donne o altre similari (presenti sul territorio), perché esse possono fare da ponte tra la copiosa legislazione (caratterizzata da leggi, convenzioni, direttive ecc.) e gli operatori e, soprattutto, le vittime.
Non a caso, in tema di legislazione, l’intervento dell’avv. Antonella Labianca, responsabile dell’area legale della associazione la Forza delle Donne, nonché responsabile della commissione eventi di Futuro@Forense, si è soffermata sulla Convenzione di Istanbul, la quale - pur essendo in vigore da anni - in alcuni passaggi dei suoi 81 articoli è rimasta lettera morta.
In particolare l’art. 48 della Convenzione, vieta la mediazione familiare nei casi di violenza ed il ricorso a qualsiasi altro procedimento di soluzione alternativa delle controversie, come la conciliazione.
Quello che appare e che forse è difficile da comprendere è, come la coppia genitoriale sia qualcosa di diverso dalla coppia coniugale, poiché la prima ruota intorno ai figli, la seconda invece ruota intorno al rapporto di coppia stricto iure.
I due ambiti vanno scissi e vanno tenuti ben distinti, di qui la difficoltà di poter pensare di portare in mediazione un conflitto che investe la coppia o il rapporto con i figli (a causa magari di episodi di violenza) quando la vittima (uomo, donna o minori che siano) hanno paura di incontrare il proprio carnefice e / o di stare nella stessa stanza con il medesimo e, pertanto, non potranno mai avere alcun intento conciliativo e la mediazione, guarda caso fallisce, avendo tuttavia aggiunto dolore ad altro dolore.
Non a caso, dunque, la ratio della norma dell’art. 48 della Convenzione di Istanbul vieta la mediazione familiare nei casi di violenza. Tuttavia si assiste a provvedimenti dei giudici (su prestampati) che, sistematicamente, fissano l’udienza di comparizione delle parti per la separazione e, contestualmente, invitano le parti ad intraprendere un percorso di mediazione in casi in cui vi sono magari querele sporte tra le parti a seguito del verificarsi di episodi di violenza.
Ed infatti, l’intervento della collega avv. Maria Cataldo, mediatore civile e commerciale oltre che mediatore familiare, si è focalizzato proprio su questo punto ovvero sulla difficoltà fisica e psicologica del soggetto debole e maltrattato a stare fisicamente nello stesso posto in cui vi è il carnefice e l’autore delle violenze per svolgere la mediazione.
Per non parlare della difficoltà dello stesso mediatore (il quale deve essere soggetto terzo ed imparziale) a mantenere tale atteggiamento sapendo che, all’interno di quella coppia e di quel nucleo familiare anche con figli, si sono consumati episodi di violenza in certi casi ammessi.
Di qui la conferma che la mediazione in tutti questi casi è assolutamente infruttuosa per non dire inutile e oltremodo dolorosa e, pertanto, ben venga la previsione della Convenzione di Istanbul di averla vietata, pur essendo ad oggi la norma stata completamente disattesa.
Non poteva mancare l’intervento di uno psicologo e psicoterapeuta dott. Vincenzo D’Amore, il quale si è soffermato sulla differenza tra l’avere un problema (i problemi fanno parte della vita e vanno affrontati) e dal vivere quel problema sotto forma di disagio, perché il disagio genera sempre una sofferenza tale che potrebbe sfociare, purtroppo, in alcuni casi, in violenza fisica e in violenza psicologica che, tra loro, sono connesse ma con strascichi diversi in quanto quella fisica – se non sfocia nel delitto – passa, ma quella psicologica è molto più duratura e, a volte, non passa mai.
I saluti finali sono stati affidati all’avv. Nicola Zanni, Consigliere dell’Ordine degli Avvocati di Bari e Presidente della Associazione Futuro@Forense, il quale, anch’egli, si è soffermato sulla importanza per tutti gli operatori (Giudici, Avvocati, Assistenti Sociali ed Associazioni che operano sul territorio) di avere una preparazione adeguata ai temi che si affrontano specie quando vi sono fenomeni di violenza (di ogni genere) e di come sia importante portare questi temi all’interno delle scuole sin dalla quella primaria per arrivare a quella superiore e di avere sempre al centro la tutela dei “soggetti fragili e deboli”.
Il secondo incontro, sempre organizzato dalla Associazione “La Forza delle Donne” e “Futuro@Forense” con il patrocinio del COA Bari e del CPO Bari si terrà il 19/10/2022 ore 15.00 sempre nella Biblioteca del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Bari.
Vi aspettiamo!

avv. Eugenia Acquafredda
Componente del Comitato per le
Pari Opportunità Ordine di Bari
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Valid W3C
 
 
 
Posta Elettronica Certificata: ordine@avvocatibari.legalmail.it                           > Home       > Contatti       > Mappa del sito        > Privacy                     > Bilanci
 
 
 
Palazzo di Giustizia - Piazza De Nicola - 70123 Bari - Telefono: 080 574 91 54 - 080 527 73 24 Telefax: 080 579 60 75 - Codice fiscale: 80019470725 © Credits