Alma Sabadini nel 1986 pubblicò uno studio intitolato “Raccomandazioni per un uso non sessista della lingua italiana italiana“, studio che fu accolto con ghigni e critiche di attentato alla lingua italiana quasi che all’evoluzione della società non dovesse corrispondere un’evoluzione del linguaggio.


Eppure gli studi di sociolinguistica sono studi molto seri iniziati oltre venti anni fa e frutto di analisi sul linguaggio condotte in vari paesi.

Il neutro maschile è veramente neutro o è un modo surrettizio, consapevole o inconsapevole, per annullare la presenza femminile anche nel “detto” e nello “scritto”?

Nella pubblica amministrazione, negli uffici pubblici, nelle leggi, il maschile neutro impera (il correntista, l’utente, l’avvocato, il sindaco, il giudice) e i moduli prestampati, spesso, non consentono altre espressioni benché anche noi donne ricopriamo incarichi pubblici, ci rechiamo alla posta, in banca, svolgiamo lavori che fino al secolo scorso erano di esclusivo appannaggio maschile.

Eppure nel sentire comune, come spesso accade, c’è una istintiva repulsione per il nuovo che avanza: comprendere le ragioni per le quali è del tutto normale che la lingua evolva ci porterà a essere più preparati e disposti al cambiamento.

È sintomatico che la Comunità Europea abbia sentito la necessità di produrre un vademecum per evitare uso sessista delle lingue e perfino il Senato Italiano, sin dal 2007, si è impegnato nella modificazione dei testi di legge nel senso di aborrire l’uso sessista della lingua e rendere maggiore la visibilità delle donne nelle istituzioni.

Con il Seminario sul linguaggio di Genere la professoressa Cavagnoli e la Professoressa Fusco ci diranno perché dobbiamo consentire alla lingua di adeguarsi alla realtà e che il non farlo, forse ritarderà, ma non impedirà che le donne abbiano la giusta visibilità anche dal punto di vista del linguaggio.
Il materiale di studio è possibile scaricarlo clickando sul seguente link:

fckeditor/userfiles/file/ling%20giur-linguadigenere-bari-sintesi.pdf