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O.U.A. - ASTENSIONE UDIENZE - 8,9,10,11,12,13,15,16 LUGLIO 2013 - del 02/07/2013
 
Gentile Collega  ,
 
con riferimento alla astensione dalle udienze civili, penali, tributarie e amministrative nei giorni 8,9,10,11,12,13,15 e 16 luglio proclamata dall’Organismo Unitario dell’Avvocatura Italiana, per protestare contro le misure introdotte dal cosidetto "decreto del fare", il Consiglio, ritenuto che l'astensione dalle udienze si è rivelato uno strumento di protesta inadeguato e dannoso, conferma il proprio orientamento di non aderire all'astensione, ferma la facoltà degli Iscritti all'Ordine di aderirvi o meno, nel rispetto delle norme regolamentari e del Codice deontologico. 

I miei migliori saluti
Il presidente
avv. manuel virgintino


http://www.oua.it/NotizieOUA/scheda_notizia.asp?ID=8553 


DELIBERA DELL’ASSEMBLEA STRAORDINARIA OUA
"L’Assemblea dei Delegati OUA, riunitasi a Roma il 25 giugno 2013, preso atto del contenuto del D.L.69/2013, c.d. decreto del “fare”, sentiti gli Stati Generali dell’Avvocatura, riuniti in pari data,
rileva
come il Governo abbia rinnovato la "prassi" di utilizzare illegittimamente lo strumento del decreto legge (tra l’altro differendo, per alcune norme, la efficacia a “30 giorni dopo l'entrata in vigore della legge di conversione”, così dimostrando l'assenza dei presupposti dell'urgenza e necessità).
Valuta
che l’adozione del decreto-legge, in assenza dei presupposti di necessità e urgenza, determina l’illegittimità costituzionale, oltre che del decreto legge stesso, anche dell’eventuale legge di conversione e degli eventuali emendamenti rispetto al testo del d.l.,
Ribadisce
che il potere normativo spetta in via generale al Parlamento e che il decreto-legge rappresenta una deroga giustificata dai presupposti dell'urgenza e necessità, nella specie non ricorrenti.
Auspica
che il Parlamento Italiano valuti attentamente la legittimità costituzionale del proposto Decreto Legge, facendo riferimento alle motivazioni delle citate sentenze della Corte Costituzionale e si esprima sulla pregiudiziale di costituzionalità, per riaffermare, anche per non essere esautorato delle proprie prerogative, l’illegittima applicazione da parte del Governo della decretazione d’urgenza.
Esprime
contrarietà al metodo utilizzato dal Governo, affermando l’esigenza del rispetto del secondo comma dell’art.72 della Costituzione, che rinvia ai regolamenti parlamentari per la definizione dei procedimenti abbreviati per i disegni di legge dei quali è dichiarata l'urgenza.
Evidenzia
la contraddittorietà delle posizioni del Governo che, mentre, a mezzo del Ministro della Giustizia, ha dichiarato che avrebbe proceduto «con la necessaria consultazione di tutti i soggetti della giurisdizione» alle modifiche delle norme in materia di giustizia, ha, invece, assunto un decreto legge in assenza di qualsiasi confronto e informazione preventiva con l’avvocatura, il che costituisce un inaccettabile ed irriguardoso modo di procedere verso l’Avvocatura e le sue istituzioni.
Ribadisce
ciononostante, la disponibilità a confrontarsi immediatamente ed in linea con i deliberati congressuali, nel settore penale, sui principali temi irrisolti quali: depenalizzazione; riforme di alcune leggi “criminogene” (Bossi – Fini, stupefacenti); modifica del sistema sanzionatorio e della custodia cautelare; ampliamento dei limiti temporali delle misure alternative alla detenzione; amnistia e indulto; aumento del numero dei magistrati, anche mediante il recupero alla attività giurisdizionale dei troppi magistrati fuori ruolo, nonché su tutto quanto è indispensabile e urgente a mettere finalmente in pratica per raggiungere l’irrinunciabile obiettivo di ridare dignità, decoro e tutela ai diritti di tutti i cittadini.
Invita
tutte le parti sottoscrittrici del “Patto per la Giustizia” a prendere sollecita posizione sulle problematiche sopra riportate, riservandosi, in difetto di adeguata risposta, di comunicare il proprio recesso dallo stesso “Patto”.
Ciò premesso, l’Organismo Unitario dell’Avvocatura,
ribadisce
le mozioni Congressuali deliberate a Bari,che allega, contrarie alla obbligatorietà della media conciliazione e
chiede
al Governo di stralciare i capi relativi alla mediazione ed al processo civile,
chiede, ancora
al Parlamento, al Governo e alle Commissioni Giustizia del Senato e della Camera di fissare un incontro o una convocazione immediata per esaminare le proposte dell’avvocatura sui temi della giustizia, con particolare riferimento alle norme contenute nel D.L. del “fare” e della mediazione, rammentando che l’avvocatura ha avanzato, da tempo, proposte alternative relative alla introduzione del procedimento di negoziazione assistita da un avvocato, nonché l’introduzione di “camere arbitrali” presso i COA, come efficace e qualificata giurisdizione alternativa di primo grado, capace di assorbire la domanda giudiziale nel rispetto delle regole di diritto e di incidere sull’arretrato.
Premesso quanto sopra
al fine di dare alle istanze di cui al presente documento massima diffusione e visibilità presso l’opinione pubblica e le Istituzioni,
proclama
con riserva di revoca qualora il Ministro accetti le richieste della Categoria, l’astensione dalle udienze per i giorni 8,9,10,11,12,13,15 e 16 Luglio, invitando tutti gli Ordini Territoriali ad indire, in tale periodo, assemblee permanenti per comunicare e rendere note le motivazioni della protesta ed i contenuti delle diverse proposte dell’Avvocatura, riservando, altresì, di indire, all’esito, ulteriori manifestazioni su tutto il Territorio Nazionale."


 
 
 
 
 
 
 
 
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