Nella mia vita ho sempre accettato la critica condividendo l’idea che possa essere una risorsa.
La critica costruttiva e propositiva aiuta a crescere, a decidere.
Il confronto che si sviluppa attraverso la corretta prospettazione delle diverse, e magari opposte, tesi è il baluardo della democratica dialettica.
Quando invece la critica si pone al servizio di fini strumentali, utilizzando metodi e toni asseverati a reconditi obbiettivi da perseguire a ogni costo, tradisce la sua natura e il suo principale valore.
Per queste ragioni non intendo replicare ai molteplici tentativi di delegittimazione indirizzati verso il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Bari, che mi onoro di presiedere, perpetrati in più occasioni e con diversi espedienti, che sotto le apparenti spoglie delle critiche tendono a far passare con messaggi subliminali informazioni non veritiere.
Avverto fortemente l’esigenza di ripristinare la verità su fatti che sono stati oggetto di infondate comunicazioni negli ultimi giorni.
Non risulta vero che il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Bari ha deciso di abbonare tutti gli iscritti al giornale nazionale dell’Avvocatura “Il Dubbio”, come ho avuto modo di chiarire in occasione dell’incontro di presentazione dell’iniziativa, alla presenza anche di coloro che inopinatamente oggi affermano tale assunto.
Invocare il silenzio assenso del Consiglio dell’Ordine di Bari in merito alla questione del gettone annuo stabilito per “l’Avvocatura Istituzionale”, non soltanto costituisce un paradosso ma reca in sé un evidente carattere strumentale.
La misura di recente introdotta con regolamento dal Consiglio Nazionale Forense, da me non condivisa, riguarda esclusivamente i componenti di tale istituzione nazionale (trovando già precedenti nell’ ordinamento forense), mentre si lascia ad intendere che la novità interessi tutta l’Avvocatura Istituzionale compresi gli ordini territoriali.
Il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Bari è al lavoro tutti i giorni, con spirito di servizio e grande abnegazione, senza alcun gettone, senza alcun compenso, con la sola gratificazione derivante dalla stima e dal gradimento delle Colleghe e dei Colleghi (forse per qualcuno sarà questo un problema?).
Nessuna strumentalizzazione o falsa critica impedirà al Consiglio di continuare sulla strada intrapresa, quella della tutela delle legittime aspettative e i sacrosanti diritti degli Avvocati del foro di Bari, in ogni ambito. Quello della dignità dei compensi e, perché no, anche nella pubblica rivendicazione del “ruolo sociale” della professione forense e del rispetto della funzione di “sentinella” dell’ordinamento giudiziario dell’Avvocato.
Grazie per l’attenzione.
Giovanni Stefanì
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